Il brunch italiano della domenica
Ritorno a parlare di brunch dopo aver letto con grande interesse un elegante volume di Vito Mollica, dedicato ad un ossimoro culinario, il brunch italiano. Rinnovando la concezione del pasto anglosassone, lo chef conferisce ad esso il ruolo di moderno pranzo domenicale destinato al piacere della famiglia. Non ibrido straniero, ma convivio gourmet, nella varietà e creatività delle portate il nuovo brunch sa “incuriosire, stupire, rassicurare, far parlare di sé, ingolosire, rilassare, divertire, gratificare…” calcando le orme della tradizione rinnovata. La lettura non mi ha concesso scampo: diventato per me irresistibile il desiderio di accogliere questo nuovo identikit, ho delineato un articolato panorama gustativo, ispirato in parte alla mia regione, la Liguria, e alla dorata stagione estiva. I piatti, come scorci di mare e di terra, ricordano sapori rassicuranti e profumi già noti, ma sono capaci di stupire per le forme, la particolarità degli accostamenti, la presentazione in tavola. Il compito di stuzzicare il desiderio e la fantasia dei commensali è naturalmente assegnato alla tavolozza degli antipasti, fra i quali ciascuno può cominciare a scegliere il proprio percorso di profumi e sapori:
Uova poché con salsa di gamberi e pinoli
Granatine di riso al sapore di mare
Polpettine speziate di maiale con confettura di fragole e peperoni rossi
Tartare di manzo di razza Limousine, lamponi e liquirizia
Budino di cipolle di Treschietto con salsa di carote al profumo di anice stellato
A rallegrare la tavola un cesto di fiori di campo, con pennellate di colore che parlano di estate.
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